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Tim, addio alla rete: La nuova era delle telecomunicazioni italiane

L’1 luglio 2024 segna un momento storico per il settore delle telecomunicazioni in Italia, con Tim che si separa dalla propria rete e Fibercop emerge come nuovo operatore ‘wholesale only’. Questo passo, frutto di due anni e mezzo di negoziazioni tra l’amministratore delegato Pietro Labriola, il fondo statunitense Kohlberg Kravis Roberts & Co (Kkr) e il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), inaugura una nuova fase per l’azienda e il settore nel suo complesso.

Il progetto, concretizzato nello studio milanese del notaio Carlo Marchetti, prevede la cessione di Netco – l’entità spin-off di Tim che include la rete fissa e Fibercop – a Kkr, che gestirà l’operazione tramite Optics Bidco. Accanto a Kkr, partecipano al capitale anche il Mef, con una quota fino al 20%, e il fondo infrastrutturale F2i con circa il 10%. Questo consorzio fornirà accesso alla rete all’ingrosso alle varie compagnie telefoniche, inclusa Tim stessa.

La separazione della rete comporta un significativo cambiamento per i dipendenti di Tim. Circa 20.000 lavoratori saranno trasferiti a FiberCop, mentre l’organico di Tim sarà ridotto a 17.281 dipendenti. La nuova Tim si concentrerà sui servizi ai consumatori e alle imprese, mantenendo anche la gestione di Tim Brasil, i sedici data center, la dorsale e la rete mobile.

**Riduzione del Debito e Prospettive Future**

Un aspetto cruciale di questa operazione è la riduzione dell’indebitamento finanziario di Tim. Grazie alla cessione di Netco, il debito scenderà da 21,4 miliardi di euro a circa 7,5 miliardi entro la fine del 2024. Questa riduzione potrà essere ulteriormente incrementata con la vendita di Sparkle, la divisione che gestisce i cavi sottomarini, attualmente oggetto di interesse da parte del fondo Asterion e del Mef.

Nel nuovo assetto, Massimo Sarmi rimarrà presidente di FiberCop, mentre Luigi Ferraris, ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, sarà il nuovo amministratore delegato. Elisabetta Romano, invece, assumerà il ruolo di Chief Technology Officer.

Per Tim, la strategia futura punta a diventare un leader competitivo nel mercato, potenzialmente acquisendo aziende come Iliad o Poste Mobile e espandendosi in settori come il cloud computing, l’internet delle cose e la cybersicurezza. Il rapporto con Netco sarà regolato da un Master Service Agreement di 15 anni, rinnovabile per ulteriori 15 anni, con servizi offerti a prezzi di mercato e senza impegni minimi di acquisto.

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha definito questa operazione una chiave per il riassetto del sistema delle telecomunicazioni italiane, sottolineando l’importanza strategica di tale intervento per la sicurezza di Tim e dei suoi lavoratori. Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim, ha ribadito l’importanza di questa trasformazione: “Abbiamo centrato tutti gli obiettivi che avevamo annunciato e rispettato tutte le tempistiche promesse. Primi in Europa, abbiamo scelto di separare l’infrastruttura dai servizi per garantire lo sviluppo migliore, sostenibile e più rapido possibile“.

Questo storico cambiamento non solo ridefinisce il futuro di Tim, ma potrebbe anche diventare un modello per altre telecom in Europa, segnando un nuovo punto di partenza per l’intero settore.

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