Il Consiglio della Contea di South Dublin ha bloccato il progetto di Google Ireland per la costruzione di un nuovo data center nel Grange Castle Business Park, a causa dell’elevato consumo energetico e della mancata adozione di fonti rinnovabili. Il progetto prevedeva un’area di 72.400 metri quadrati destinata a ospitare sale dati, uffici, servizi e infrastrutture aggiuntive, ma è stato respinto perché non conforme agli obiettivi di sostenibilità energetica dell’Irlanda. Le autorità locali hanno sottolineato la carenza di energia rinnovabile per alimentare la struttura e la mancanza di impegni concreti da parte di Google riguardo ai Power Purchase Agreement (PPA) necessari per sostenere l’operazione. Inoltre, l’insufficiente capacità della rete elettrica nazionale e l’impatto negativo sulla fornitura di energia sono stati fattori decisivi nel rigetto del progetto.
Google possiede già due data center nello stesso parco industriale, impiegando 5.000 persone in tutta l’Irlanda. Tuttavia, l’amministrazione locale ha ritenuto che il nuovo centro avrebbe aggravato la già critica situazione energetica del paese. In particolare, la crescente richiesta di energia da parte dei data center, essenziale per gestire le applicazioni di intelligenza artificiale, ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sostenibilità della rete elettrica irlandese. Si prevede che i data center consumeranno il 33% dell’energia totale del paese entro il 2026, rispetto al 21% attuale e al 5% del 2015. Anche il recente via libera ad Amazon per la costruzione di tre nuovi data center a Dublino ha contribuito a rendere più rigorosi i criteri di valutazione per nuovi progetti.
Il caso xAI di Elon Musk in Tennessee
Non solo in Irlanda, ma anche negli Stati Uniti, le questioni ambientali legate ai data center sono al centro delle polemiche. A Memphis, Tennessee, la startup di intelligenza artificiale xAI di Elon Musk è stata accusata di aver aggravato l’inquinamento locale utilizzando turbine a gas naturale senza autorizzazione. Il Southern Environmental Law Center ha chiesto un’indagine ufficiale, inviando una lettera alle autorità sanitarie locali e a un ufficio regionale dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente, a nome di diverse associazioni ambientaliste.