Il 25 agosto 2023, un nuovo capitolo di regolamentazione digitale prenderà vita nell’UE, mirando a contrastare gli impatti potenzialmente dannosi scaturiti dall’ampia presenza dei social media.
Sotto i riflettori si pone il Digital Services Act (DSA), un insieme di nuove regole che sfida le principali piattaforme, quali TikTok, Facebook e YouTube, a spalancare le porte dei loro sistemi all’ispezione attenta della Commissione europea.
L’obiettivo è una modernizzazione della Direttiva sul commercio elettronico, volta a arginare contenuti illegali, pubblicità opache e disinformazione.
“L’essenza stessa delle nostre direttive è assicurare che la tecnologia agisca in favore delle persone e delle società che popolano il nostro mondo, e non viceversa. Il Digital Services Act apporterà una notevole dose di trasparenza e responsabilità alle piattaforme e ai motori di ricerca, donando ai consumatori un maggiore dominio sulla loro esistenza online. Le designazioni odierna rappresentano un titanico passo avanti verso questo risultato“, spiega Margrethe Vestager, Vicepresidente Esecutiva della Commissione UE con la delega al digitale.
Conseguenze sostanziali attendono chi non rispetterà le nuove direttive, con sanzioni che potrebbero raggiungere il 6% del reddito annuo globale delle singole imprese. Tale decisione s’innesta nel solco di misure già adottate da altre nazioni, tra le quali spicca l’esempio della Cina, che ha infuso restrizioni all’utilizzo di Internet e dei social media da parte di bambini e adolescenti.
Nell’elenco delle piattaforme sotto attenta sorveglianza si annoverano Alibaba AliExpress, Amazon Store, Apple AppStore, Booking.com, Facebook, Google Play, Google Maps, Google Shopping, Instagram, LinkedIn, Pinterest, Snapchat, TikTok, Twitter, Wikipedia, YouTube e Zalando. I motori di ricerca Bing e Google Search, con oltre 45 milioni di utenti attivi mensili nell’UE, completano il quadro.
Ad ulteriore testimonianza di un’attenzione crescente, la Francia ha recentemente approvato una legge che obbliga piattaforme come TikTok a verificare l’età dei propri utenti e a ottenere il consenso dei genitori per registrare chiunque abbia meno di 15 anni.
Il fulcro del DSA è indirizzare le autorità regolamentari dell’UE verso la supervisione delle piattaforme Internet di maggiori dimensioni, implementando meccanismi più incisivi per rimuovere “notizie false” e “contenuti offensivi“. Al tempo stesso, i giganti tecnologici saranno ritenuti responsabili nel caso vengano individuati contenuti illeciti, e dovranno soddisfare precisi requisiti di trasparenza.
La relazione tra l’uso dei social media e la salute mentale dei giovani rimane una questione dibattuta. Da un lato, studi negli Stati Uniti documentano un aumento degli esiti psicologici negativi tra gli adolescenti, quali ansia, depressione e problematiche legate all’autostima, con questa tendenza particolarmente evidente tra le ragazze.
D’altra parte, si ritiene che la tecnologia sia soltanto uno dei molteplici fattori che influenzano la salute mentale delle nuove generazioni.
Sebbene le piattaforme di social media abbiano già avviato misure per attenuare le critiche, introdotti vari strumenti di controllo parentale, il nuovo DSA richiederà un ulteriore sforzo da parte delle aziende. Queste saranno chiamate a valutare l’impatto del loro design, degli algoritmi e della pubblicità su temi sociali cruciali come la tutela dei minori e il benessere mentale, e a proporre misure concrete per migliorare la situazione.
Tuttavia, rimangono aperte alcune domande: quanto efficaci si riveleranno queste nuove regole e le grandi aziende tecnologiche saranno disposte a rivedere il loro modello di business nell’interesse della salute mentale degli utenti? Secondo l’esperto di politiche John Albert, mentre le nuove regole certamente offriranno una maggiore trasparenza negli algoritmi dei social media, non dovremmo aspettarci cambiamenti drammatici nel prossimo futuro.
Clicca qui per maggiori informazioni sul Digital Services Act