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AFP intenta una causa contro X per violazione del copyright in Francia

L'AFP avvia un procedimento legale contro X, precedentemente noto come Twitter, a causa del rifiuto di negoziare la remunerazione per la condivisione dei contenuti di notizie sulla piattaforma.

L’agenzia di stampa Agence France-Presse (AFP) ha preso una decisa iniziativa annunciando di aver avviato un’azione legale contro X, nota in passato come Twitter, in territorio francese. La causa è stata presentata in risposta a ciò che l’AFP considera un “rifiuto evidente” da parte di X di trattare riguardo alla remunerazione per la condivisione dei contenuti di notizie dell’agenzia sulla piattaforma.

Per ottenere un risultato tempestivo, l’AFP sta cercando un’ingiunzione urgente da un tribunale di Parigi, sperando di obbligare X a fornire le informazioni necessarie riguardo al riutilizzo dei suoi contenuti. Questo consentirebbe all’agenzia di calcolare la somma di denaro che le spetta in base alla legislazione francese sui diritti connessi.

La legislazione sul copyright è stata estesa nell’Unione Europea nel 2019 per includere estratti di contenuti di notizie condivisi su piattaforme digitali, e la Francia ha adottato tale estensione nello stesso anno. Questa normativa copre vari tipi di contenuti, come testi, fotografie, video e infografiche, con i contenuti dei publisher protetti per due anni dalla data di pubblicazione.

La notizia della causa ha attirato l’attenzione di Elon Musk, proprietario di X, che ha definito la situazione “bizzarra”. Musk ha sottolineato che X non intende pagare per il traffico generato verso il sito dell’AFP, poiché guadagnano entrate pubblicitarie da questa interazione.

Google ha già affrontato problemi simili in Francia, risultando in una multa di oltre mezzo miliardo di dollari alcuni anni fa. Tuttavia, Google ha successivamente risolto la disputa, stabilendo accordi pluriennali con AFP e altri editori per la compensazione del riutilizzo dei loro contenuti.

Una caratteristica distintiva di X è la sua posizione nel mercato. A differenza di Google, la piattaforma di social media di Musk non detiene una posizione dominante nei servizi di ricerca generale, il che rende meno probabile un intervento da parte delle autorità della concorrenza in caso di controversia legata ai diritti connessi.

Va notato che l’Unione Europea non è l’unica regione dove le piattaforme digitali devono trattare con gli editori riguardo alla remunerazione per la condivisione delle notizie. Anche Australia e Canada hanno introdotto leggi simili, sebbene Meta (ex-Facebook) e Google stiano facendo pressioni contro tale misura in Canada. La questione della remunerazione per il riutilizzo dei contenuti delle agenzie di stampa continua quindi a essere un tema globale di interesse e dibattito.

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