Pavel Durov, CEO e fondatore di Telegram, è stato rilasciato dalle autorità francesi dopo essere stato arrestato quattro giorni fa all’aeroporto di Le Bourget, nei pressi di Parigi. Il suo arresto era avvenuto nell’ambito di un’inchiesta giudiziaria avviata lo scorso mese, che lo vede coinvolto per 12 presunte violazioni penali, tra cui l’utilizzo della piattaforma per la diffusione di materiale pedopornografico, traffico di droga, frode, e favoreggiamento della criminalità organizzata. La Procura di Parigi ha rilasciato un comunicato in cui si specifica che Durov comparirà in tribunale per una prima udienza, che potrebbe portare alla sua incriminazione.
L’arresto di Durov ha suscitato reazioni contrastanti a livello internazionale, in particolare in Russia, dove alcuni funzionari governativi hanno accusato la Francia di motivazioni politiche e di applicare un doppio standard sulla libertà di espressione. Tuttavia, il presidente francese Emmanuel Macron ha difeso l’indagine, sottolineando che l’arresto non è una mossa politica, ma fa parte di un’indagine indipendente. Macron ha ribadito che la Francia è impegnata a garantire la libertà di espressione, ma all’interno di un quadro giuridico che tutela i diritti dei cittadini.
Telegram, che conta quasi un miliardo di utenti a livello globale, è stata fondata da Durov e suo fratello nel 2013, dopo che Durov aveva venduto la sua quota di VKontakte, il popolare social network russo da lui creato. Negli anni, Durov ha affrontato numerose pressioni da parte delle autorità russe, in particolare durante la repressione delle proteste pro-democrazia a Mosca tra il 2011 e il 2012. Le autorità russe avevano chiesto a VKontakte di rimuovere le comunità online degli attivisti e di consegnare i dati personali degli utenti coinvolti nelle rivolte in Ucraina nel 2013-2014, richieste che Durov ha rifiutato, portandolo infine a lasciare la Russia.
