Questa svolta segna un cambiamento significativo per la piattaforma, precedentemente criticata per la sua scarsa collaborazione con le autorità, a meno che non si trattasse di casi legati al terrorismo. Le nuove politiche mirano a contrastare l’abuso dell’app da parte di chi la usa per attività illegali, come la vendita di beni illeciti. Durov ha dichiarato che “non permetteremo che i malintenzionati mettano a repentaglio l’integrità della nostra piattaforma da quasi un miliardo di utenti.”
Il cambiamento arriva dopo che Durov è stato arrestato a Parigi lo scorso agosto, accusato di complicità nelle attività illegali permesse tramite Telegram. Successivamente è stato rilasciato su cauzione, con l’obbligo di rimanere in Francia e di presentarsi regolarmente alle autorità. La svolta nelle politiche di privacy di Telegram potrebbe essere un tentativo di riallinearsi alle richieste delle autorità, in particolare francesi, come parte della strategia difensiva del suo fondatore.
Per garantire una maggiore sicurezza, Telegram ha anche potenziato il proprio sistema di ricerca, rendendolo più sicuro tramite un team di moderatori che utilizzano l’intelligenza artificiale per rimuovere contenuti problematici. Durov ha esortato gli utenti a segnalare eventuali contenuti illegali tramite un canale apposito.
Questo cambiamento rappresenta un punto di svolta per Telegram, che negli anni si è costruita la reputazione di paladina della privacy, ma che ora dovrà affrontare la sfida di bilanciare questa promessa con le pressioni legali e l’esigenza di fermare le attività criminali che si svolgono sulla piattaforma.