Gli operatori dei data center stanno adottando il raffreddamento a liquido e il riutilizzo del calore per contrastare l’aumento delle temperature e migliorare la sostenibilità.
Con l’inizio del nuovo anno, sono molte le tecnologie e tecniche innovative di raffreddamento pronte a essere utilizzate. Alcune soluzioni sono già consolidate, mentre altre sono ancora in fase sperimentale. Tuttavia, tutte influenzeranno le tendenze del raffreddamento nei data center per il 2025, mentre le aziende cercano metodi più economici e sostenibili per mantenere le strutture alla giusta temperatura.
La principale tendenza nel 2025 sarà la maggiore pressione sui sistemi di raffreddamento, dovuta in particolare all’implementazione crescente di carichi di lavoro basati sull’intelligenza artificiale (AI), che generano più calore rispetto alle applicazioni tradizionali.
Per questo motivo, migliorare il raffreddamento non sarà più solo una questione di risparmio economico o riduzione delle emissioni di carbonio, ma diventerà fondamentale per garantire che le strutture possano supportare l’AI senza rischi di surriscaldamento.
Un modo efficace per dissipare il calore è sostituire i tradizionali sistemi ad aria con quelli a liquido. Tra questi spiccano il raffreddamento a immersione, che immerge le apparecchiature in un liquido non conduttivo, e il raffreddamento diretto sul chip, che trasferisce il calore direttamente dai chip.
Questi sistemi sono generalmente più costosi e complessi da integrare in strutture già esistenti. Tuttavia, secondo IDC, il 22% dei data center utilizza già sistemi di raffreddamento a liquido. Questa percentuale è destinata a crescere, grazie anche a innovazioni come un nuovo fluido di raffreddamento a base di glicole propilenico recentemente presentato da Castor.
Un’altra strategia efficace consiste nel migliorare i sistemi ad aria refrigerata già in uso. Ad esempio, ottimizzare il posizionamento delle ventole o sigillare gli spazi non necessari al raffreddamento può incrementare la capacità dei sistemi senza richiedere interventi costosi.
Anche se queste misure non garantiscono miglioramenti drastici, possono aumentare la capacità di raffreddamento del 10-20%, un incremento sufficiente a gestire carichi di lavoro intensivi senza dover adottare nuovi sistemi.
Per ridurre le emissioni di carbonio, i data center possono riutilizzare il calore dissipato dai sistemi di raffreddamento. Ad esempio, il calore può essere impiegato per riscaldare abitazioni, piscine o per coltivare piante.
Queste pratiche di riutilizzo del calore sono già in uso e continueranno a diffondersi nel 2025, con un focus sempre maggiore sulla sostenibilità.
Per ottimizzare un sistema di raffreddamento, è essenziale identificarne i punti deboli. Grazie ai sensori e all’analisi dei dati, è possibile monitorare la temperatura nelle diverse aree di un data center, individuando apparecchiature che funzionano a temperature troppo alte o punti in cui si disperde energia.
I recenti progressi nell’intelligenza artificiale hanno reso più semplice analizzare questi dati, permettendo agli operatori di individuare opportunità di miglioramento con maggiore precisione.
Tradizionalmente, le sale server dei data center vengono mantenute a temperature intorno ai 21°C (70°F). Tuttavia, alcune aziende, come Equinix, stanno sperimentando temperature leggermente più alte, ottenendo risultati positivi. Incrementando le temperature target a circa 25°C (77°F), si può ridurre il carico sui sistemi di raffreddamento e il consumo energetico, senza compromettere le apparecchiature.
Queste tendenze mostrano come il settore dei data center stia affrontando nuove sfide con soluzioni innovative, orientate a migliorare l’efficienza e la sostenibilità nel 2025.