Il gruppo di hacker noto come SigiSec ha scosso la comunità di sicurezza informatica con un audace attacco alla NATO, riuscendo a penetrare nel portale COI e ottenendo l’accesso a centinaia di documenti riservati. Questa incursione ha suscitato preoccupazione tra i membri dell’alleanza internazionale, mentre i responsabili dell’attacco si vantano del loro successo.
SigiSec ha avuto accesso a documenti che erano destinati solo ai paesi e ai partner della NATO. In un annuncio provocatorio sui canali online, il gruppo ha reso pubblici i dettagli della loro operazione, enfatizzando il furto e ironizzando sulla NATO e i suoi acronimi.
I documenti trapelati riguardano alcune organizzazioni interne della NATO, come NEWAC, AFPL, FMN, JLSG e STCO. La divulgazione di queste informazioni riservate evidenzia gravi vulnerabilità nella sicurezza dell’alleanza, aumentando le preoccupazioni riguardo a possibili futuri attacchi.
Il gruppo di hacker ha cercato di giustificare il loro attacco affermando di agire in rappresaglia contro la NATO e i paesi membri, a causa del presunto coinvolgimento dell’alleanza in attacchi ai diritti umani. Tuttavia, alcuni analisti sono scettici riguardo a queste dichiarazioni, suggerendo che l’obiettivo principale del gruppo potrebbe essere quello di dimostrare la propria abilità e mettere in imbarazzo la NATO.
Il file rilasciato da SigiSec conta circa 800 files, con un totale di circa 850 MB di dati trafugati. Al momento non si sa con certezza come i documenti siano stati esfiltrati dalle infrastrutture IT della NATO, se tramite un bug di sicurezza o in altro modo. L’attacco di SigiSec ha evidenziato la necessità di una maggiore vigilanza contro le minacce informatiche e l’importanza di proteggere la sicurezza e la riservatezza delle informazioni nell’era digitale.