I ricercatori di sicurezza hanno fatto una scoperta senza precedenti: un enorme database contenente oltre 26 miliardi di record di dati violati. Questo colosso di informazioni, denominato MOAB (Mother of all breaches), occupa uno spazio di 12 terabyte ed è stato individuato come una vasta raccolta di dati provenienti da migliaia di violazioni passate, ma include quasi certamente anche informazioni mai divulgate in precedenza.
Bob Dyachenko, il ricercatore che ha portato alla luce questa “madre di tutte le fughe di dati”, ha rivelato che il database è strutturato in 3.800 cartelle e rappresenta un bottino impressionante di dati rubati. L’istanza del database è stata descritta come aperta, e la difficoltà nell’identificare il proprietario rende ancora più preoccupante la portata di questa violazione della sicurezza.
Commento di Jake Moore, Global Security Advisor di ESET
“Non dobbiamo mai sottovalutare ciò che i criminali informatici possono ottenere anche con informazioni così scarse. Le vittime devono essere consapevoli delle conseguenze del furto di una password e devono effettuare i necessari aggiornamenti di sicurezza. Ciò include la modifica delle password, l’attenzione alle e-mail di phishing dopo la violazione e la garanzia che tutti gli account, colpiti o meno, siano dotati di autenticazione a due fattori.
Molti sistemi operano su piattaforme condivise e sono sottoposti a tentativi aggressivi di attacco. Molte reti si affidano in larga misura agli aggiornamenti, ma quando viene individuata una vulnerabilità, è una corsa contro il tempo per applicare la patch prima che i dati vengano compromessi. In alternativa, gli aggressori possono identificare un sistema e rimanere inosservati in modalità stealth, monitorando l’attività e decidendo cosa e quando colpire”.