Il 6 agosto 1963, a Los Angeles nel distretto di Van Nuys, è nato Kevin David Mitnick, un personaggio di spicco nel mondo dell’hacking. Purtroppo, nei giorni scorsi, all’età di 59 anni, ci ha lasciato a causa di una malattia contratta poco più di un anno fa. La sua scomparsa è avvenuta domenica 16 luglio.
Kevin Mitnick è stato un noto cracker, autore di alcune celebri pubblicazioni, tra cui “Ghost in the wires” (in italiano “Il fantasma nella rete”). Durante gli anni ’80 e ’90, ha suscitato sia ammirazione che controversie per le sue abilità informatiche eccezionali. La comunità hacker ha avuto un impatto significativo sulle discussioni riguardanti la sicurezza informatica e la protezione dei dati.
Attività, arresti e controversie
Dopo diverse condanne legate alle sue attività tra il 1980 e il 1987, Kevin Mitnick fu arrestato per l’accesso non autorizzato alla rete della DEC (Digital Equipment Corporation). Nonostante la pena, ciò non lo fermò nel perseguire la sua opera di ingegneria sociale, riuscendo ad infiltrarsi nei sistemi di Pacific Bell. Durante le indagini che lo coinvolgevano, arrivò persino a spiare le comunicazioni riguardanti il suo caso tra gli agenti federali.
Nel 1995, viene nuovamente arrestato, suscitando un acceso dibattito tra coloro favorevoli alla sua incarcerazione e una consistente community che invece considerava le sue azioni parte della cultura hacker. Nel 2000, Mitnick fu rilasciato e successivamente fondò e guidò la Mitnick Security Consulting, un’azienda di consulenza specializzata in sicurezza informatica. Inoltre, ha fatto parte dell’organigramma della società KnowBe4 ed è stato membro del comitato consultivo di Zimperium.
Kevin Mitnick ha avuto diversi soprannomi, tra cui “Condor“, scelto da lui stesso in omaggio al film “I tre giorni del Condor” diretto da Sydney Pollack. La sua personalità e storia hanno attirato l’attenzione di molti, sia per le sue abilità tecniche che per le controversie legate alla sua attività.
Lascia la moglie, Kimberley Mitnick, in attesa del loro primo figlio, aggiungendo un lato ancora più personale alla sua storia. La sua scomparsa ha suscitato sentimenti contrastanti, riflettendo il dibattito sull’etica dell’hacking e sulle conseguenze delle sue azioni.
Il suo necrologio, disponibile a questo link (in inglese), è un documento che testimonia la vita e le vicissitudini di un uomo che ha lasciato un segno indelebile nel mondo dell’informatica e della sicurezza. Ne consigliamo la lettura integrale per conoscere appieno la sua storia e l’impatto che ha avuto nella sua professione e nella comunità hacker.