Secondo un’analisi condotta da Rystad Energy, il consumo di energia elettrica dei data center negli Stati Uniti è destinato a più che raddoppiare entro il 2030. Il report prevede che tra sei anni la domanda di energia dei data center raggiungerà i 307 terawattora (TWh), rispetto ai 130 TWh registrati nel 2023.
Il motivo di questo rapido incremento è legato principalmente all’uso crescente di data center focalizzati sull’intelligenza artificiale, che richiedono una quantità di energia superiore rispetto a quelli tradizionali. “L’aumento della domanda di elettricità sarà fortemente influenzato dai data center orientati all’IA”, afferma il report.
Per far fronte a questa crescente domanda, Rystad Energy suggerisce che le fonti di energia rinnovabile rappresentano la soluzione più efficace per i data center, grazie alla loro scalabilità e crescente redditività. Di conseguenza, si prevede che l’energia eolica raddoppierà entro il 2030, mentre l’energia solare triplicherà. Al contrario, l’energia prodotta dal carbone si ridurrà di circa il 50%, pur non scomparendo del tutto.
Nonostante il raddoppio del consumo energetico dei data center in sei anni possa sembrare un’ipotesi audace, la previsione di Rystad è tra le più prudenti. Ad esempio, Goldman Sachs ha pubblicato una ricerca che indica un possibile triplicamento del consumo energetico dei data center entro il 2030, guidato in gran parte dall’adozione dell’intelligenza artificiale.
Anche altre previsioni suggeriscono scenari ancora più estremi. Rene Haas, CEO di ARM, ha affermato che un quarto dell’energia degli Stati Uniti potrebbe essere destinato ai data center a causa dell’intelligenza artificiale. In confronto, Goldman Sachs prevede una quota dell’otto per cento, mentre Rystad non ha fornito una stima precisa in questo senso. L’Agenzia Internazionale per l’Energia condivide una visione simile a quella di Haas, stimando che il consumo globale di elettricità da parte dei data center raddoppierà entro il 2026.