CyberSec2025

Cybersecurity – Social Engineering: quando la persona è l’anello più debole

Parlando di cybersecurity viene spontaneo pensare di riferirsi solo a metodi di difesa per attacchi informatici effettuati con qualsivoglia metodologia: malware, ramsonware, attacchi DDoS (Denial of Service), solo per citare i più “famosi”. In realtà, oltre a quanto appena detto, vi è un’altra metodologia, forse più infima, per penetrare i sistemi informatici. Si tratta dell’ingegneria sociale.

Sebbene la denominazione non incuta troppo timore, in realtà dietro un attacco di ingegneria sociale vi è un cybercriminale che assume le sembianze di qualcuno di nostra fiducia, che esso sia un collega, un’azienda, o qualsiasi persona con cui solitamente ci relazioniamo. Molto spesso, soprattutto negli ultimi anni, non si riesce a trovare differenze a livello di mittente o struttura dell’email con la quale solitamente si viene attaccati. L’obiettivo di un attacco condotto con questi metodi è di spingere la vittima ad effettuare azioni specifiche, come ad esempio fornire determinati dati all’attaccante oppure visitare una determinata pagina web, attraverso la quale, diffondendo un malware, l’attaccante abbia accesso al sistema compromesso.

Anche se in buona fede, le persone sono dunque la parte più critica e vulnerabile dei sistemi, e gli aggressori sfruttano il più possibile questa falla.

Per approfondire le tematiche di social engineering, le più tipiche tecniche di raggiro utilizzate dagli aggressori informatici e capire come strutturare un programma formativo adeguato per limitarne l’efficacia, Confindustria Vicenza promuove un webinar aperto a tutti e gratuito, con Stefano Zanero, full professor di Computer Security e Digital Forensics and Cybercrime al Politecnico di Milano, Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria.

Modera: Alessio Dichio, Area Comunicazione e Innovazione Confindustria Vicenza.

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